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Introduzione
I bambini piccoli (in questo documento usiamo il termine “bambini piccoli” per riferirci a un’età tra i primi mesi di vita e i 5 anni) hanno enormi capacità di apprendimento linguistico, tanto da poter essere soprannominati dei “piccoli geni linguistici”.
Anche se non possiamo aspettarci che producano il linguaggio prima di un certo periodo di tempo, i piccoli hanno una naturale abilità di assorbire i suoni e di sperimentare e giocare con la lingua che li porta ad acquisirla in maniera spontanea e senza lo sforzo che caratterizza l’apprendimento negli adulti.
Vedremo quindi come è possibile che i bambini possiedano queste straordinarie capacità, come favorire il loro apprendimento e dei consigli sul ruolo che i genitori possono avere nell’aiutare i piccoli a imparare.
Perché imparare l’inglese così presto?
Come i bambini piccoli acquisiscono il linguaggio
I bambini piccoli stanno già imparando la loro lingua madre, quindi per impararne un’altra non devono fare sforzi particolari, poiché utilizzano gli stessi processi che già hanno attivato per l’apprendimento dell’italiano. Non si sentono minacciati dalla lingua perché sono già abituati a non capire tutto quello che sentono. Non si preoccupano di dover capire ogni singola parola.
Sono inoltre dei piccoli scienziati: nelle prime fasi della loro vita, lavorano continuamente per conoscere il mondo e sono abituati a sperimentare, attraverso processi di prova ed errore, con tutto ciò che li circonda. Il linguaggio non fa eccezione: ai bimbi piace giocare con i suoni, ripeterli e farli propri. Questo vale specialmente nei primissimi anni di vita, cioè il periodo in cui riproducono i suoni per imparare a parlare: dai versi degli animali, ai suoni che fanno gli adulti quando interagiscono con loro, per non parlare della musica… I bambini piccoli sono naturalmente affascinati dal suono, non hanno paura di giocarci e riprodurlo e lo usano in maniera disinibita perché non si preoccupano che suoni strano, “stupido” o sbagliato. Quando usano la lingua non la concepiscono come un oggetto di studio, ma come un mezzo di comunicazione, quindi uno strumento: è per questo che viene loro naturale impararla(2).
Come fanno i bambini piccoli ad acquisire il linguaggio?
Essendone immersi e interagendo con gli adulti.
I bambini piccolissimi iniziano a comprendere due volte più velocemente di quanto riescano a parlare, quindi la parte di comprensione è fondamentale. Questa è la ragione per cui a quest’età, nell’insegnamento della lingua non si pone l’accento sulla produzione del linguaggio; è anche il motivo per cui non si può valutare il “livello” di apprendimento: il bambino sta assimilando la lingua molto velocemente nonostante non ce ne possa dare prova, sia perché magari non ha ancora imparato a parlare se molto piccolo, sia perché può attraversare un “periodo silente” (cosa che accade anche per la sua lingua madre). Il vocabolario di un bambino è influenzato a 30 mesi dal linguaggio che ha sentito un anno prima. La stessa cosa vale a 42 e 54 mesi. Questo dimostra che i bimbi hanno bisogno di tempo per processare il linguaggio: è per questo che attraversano il “periodo silente”(2).
Nonostante non possiamo valutare il loro livello di apprendimento, dunque, dobbiamo fidarci della sorprendente capacità dei bambini di acquisire la lingua: a 3 anni il cervello di un bambino è due volte più attivo di quello di un adulto. Esiste un rapporto di interdipendenza tra l’esposizione al linguaggio e lo sviluppo cerebrale. Le orecchie dei bambini piccoli sono aperte a tutti i suoni di tutte le lingue del mondo: andando ad esporli in questa età critica alla lingua che vogliamo che imparino, facciamo sì che le reti neurali che si vengono a creare tra questi nuovi suoni siano rinforzate; altrimenti si indeboliranno e andranno a svanire(2).
Qual è dunque l’età critica in cui i bambini possono essere considerati dei “piccoli geni linguistici”?
Vediamolo in questo grafico:
Fonte: P. Kuhl, The Linguistic Genius of Babies (2)
Sull’asse orizzontale vediamo l’età di acquisizione della seconda lingua, mentre sulla verticale l’abilità di acquisizione. Come si può notare, i bebè e i bambini sono dei piccoli geni fino ai 7 anni; dopodichè si può notare un calo sistematico della capacità di acquisizione linguistica (1).
Il motivo di questa loro genialità risiede nel fatto che non sono ancora influenzati dalla cultura: fino al primo anno di vita riescono a distinguere tutti i suoni del mondo, cosa che gli adulti non sanno fare. Dopodichè iniziano ad essere legati ai suoni della loro cultura di appartenenza, cosa che farà loro gradualmente perdere questa eccezionale abilità linguistica(1).
…Quindi non basta far vedere regolarmente ai bambini piccoli dei video in inglese per esporli alla lingua?
No. Alcuni studi(2) hanno dimostrato che esporre i bambini piccoli soltanto a materiale audio o video non produce apprendimento: serve un altro essere umano, poiché la dimensione sociale della lingua ha un ruolo fondamentale. I bimbi imparano tramite l’interazione umana (1).
I bambini imparano in tutto ciò che fanno
Cos’è il child-led play e perché integrarlo nelle lezioni di inglese
L’apprendimento nei bambini non può essere diviso in compartimenti: i piccoli imparano in qualsiasi cosa facciano e lo fanno attraverso il gioco, che è la loro modalità naturale per conoscere il mondo (2). Ad esempio, all’interno di una semplice attività come creare delle forme con la plastilina si nascondono in realtà molte aree di apprendimento: i bambini stanno affinando le loro abilità matematiche (forme), artistiche (colori, consistenze, materiali), motorie e anche linguistiche, poiché sentono usare la lingua per descrivere processi, forme, materiali, colori, istruzioni, tecniche. È proprio in un contesto del genere che avviene l’apprendimento linguistico ottimale: il bambino è intrinsecamente motivato e coinvolto nell’attività, e mentre la svolge è esposto a un commentario linguistico che descrive cosa sta accadendo e cosa il bambino deve fare per ottenere un certo risultato da lui desiderato.
La motivazione del bambino è un aspetto fondamentale e imprescindibile dell’apprendimento. Per sfruttarla, bisogna andare a trovare quali sono gli interessi del bambino e inserirsi armonicamente nei suoi giochi utilizzando la lingua in maniera naturale per giocare con lui. Questo è il child-led play, cioè gioco guidato dal bambino.
Considerata l’importanza che questo tipo di gioco riveste nell’apprendimento, Real Language ha deciso di includerlo nelle proprie lezioni integrandolo alla parte di lezione più "strutturata". Nei corsi Preschool English ed Elementary, dunque, al child-led play è dedicata l'ultima parte della lezione.
Come si comporta l’insegnante durante il child-led play?
L’insegnante non sta seduta in un angolo a guardare i bambini da lontano mentre giocano, ma deve fornire loro innumerevoli opportunità di apprendimento linguistico inserendosi all’interno dei giochi naturalmente, come farebbe nella loro lingua madre, e interagendo con i piccoli mentre sono coinvolti nell’attività in modo da aiutarli a sviluppare il linguaggio e la comunicazione all’interno di un contesto, rendendo l’apprendimento memorabile e autentico.
È compito dell’insegnante creare un ambiente ricco di linguaggio, mentre l’acquisizione dello stesso si affida alla naturale capacità dei bambini di assorbire i suoni, collegarli al contesto e usarli per comunicare contenuti per loro significativi (2).
Facciamo un esempio:
Tramite una semplice attività quale giocare con i blocchi, il bambino viene esposto a una gran varietà di linguaggio (2):
- Linguaggio per contare e ordinare: How many are there? Shall we put the blue ones here? Let’s put all the blue blocks on this side, and the red blocks on the other side…
- Linguaggio spaziale: in, on, under, below, behind, in front of, next to…
- Linguaggio relativo alla dimensione: big, small, long, short…
- Linguaggio che descrive cosa il bambino sta facendo mentre gioca: finding, stacking, pulling, pushing, building, pressing, dragging…
- Linguaggio che descrive le forme e gli oggetti che il bambino sta costruendo: square, rectangle, tower, house, castle, garden…
Sfruttare il gioco guidato dai bambini, spinto cioè dalla loro motivazione, ha quindi un potenziale enorme! L’insegnante può inoltre incoraggiare la motivazione intrinseca dei bimbi mostrando interesse in ciò che stanno facendo, creando così un rapporto autentico con loro che favorisce l’interazione e di conseguenza l’apprendimento.
Quali principi seguono gli insegnanti di Real Language?
- Un principio fondamentale è il rispetto del singolo individuo, nella consapevolezza che ogni bambino ha ritmi di apprendimento e di sviluppo differenti.
- L’insegnante tiene anche in considerazione gli interessi dei bambini, cercando di pianificare lezioni che includano materiali per loro interessanti e coinvolgenti: ad esempio, perché usare delle anonime flashcard per introdurre il tema delle emozioni, quando si può ricorrere ai personaggi del film Inside Out?
- Privilegiare l’ascolto e la comprensione rispetto alla produzione: come abbiamo visto, nei primi anni di vita i bambini attraversano un periodo silente in cui cercano di dar senso al linguaggio; quindi forzarli a parlare può essere addirittura controproducente perché può ritardare lo sviluppo linguistico(2). Un bambino che non parla sta probabilmente ascoltando e assorbendo il linguaggio e ha bisogno di tempo prima di essere pronto a usarlo in prima persona. L’insegnante farà quindi affidamento alle risposte non verbali per verificare la comprensione.
- L’insegnante crea delle routine che manterrà costanti durante tutto il percorso per dare sicurezza ai bambini, che in questo modo sapranno cosa aspettarsi.
- L’insegnante parla esclusivamente in inglese, per sfruttare al massimo la quantità di esposizione alla lingua, per non far impigrire i bambini usando la loro lingua madre, e per diventare una “figura di riferimento dell’inglese”.
- L’insegnante usa la gestualità per aiutare i bambini nella comprensione e una buona dose di teatralità per coinvolgerli.
- L’insegnante utilizza la ripetizione e modella i comportamenti adeguati, consapevole che i bambini tendono a imitare le loro figure di riferimento adulte, sia nel linguaggio che nel comportamento.
- L’insegnante gestisce i comportamenti negativi non etichettando il bambino come “sbagliato”, ma l’azione da lui compiuta, in modo che la persona non perda fiducia in se stesso e la consapevolezza di possedere la scelta di cambiare il proprio comportamento.
- L’insegnante riconosce i comportamenti e i risultati positivi e privilegia questo metodo rispetto alla punizione dei comportamenti negativi nell’incoraggiare i bambini a far bene.
- L’insegnante non si limita all’insegnamento del vocabolario, ma dà pari importanza alla struttura della lingua e al suo utilizzo pratico e reale.
Cosa posso fare come genitore per aiutare mio figlio a imparare?
I genitori hanno un ruolo fondamentale nell’apprendimento dei loro figli, anche se non se ne occupano direttamente. È un ruolo indiretto – ma non per questo secondario – che ha ancora una volta a che fare con il concetto di motivazione, che abbiamo visto essere alla base di un apprendimento di successo.
La cosa più importante che il genitore può fare è incoraggiare il bambino e interessarsi genuinamente a ciò che sta imparando. Se il papà o la mamma non parlano bene inglese, è bene che non provino a interagire in inglese con il bambino; tuttavia, possono chiedergli come sta andando il corso, cosa ha imparato e perfino dare al bambino il ruolo del maestro facendosi insegnare le cose nuove che ha appreso. Interessarsi e mostrare coinvolgimento nelle sue attività è l’aiuto più grande che i genitori possano dare.
Se invece i genitori parlano bene inglese, possono cercare di accompagnare l’apprendimento del bambino espandendo il linguaggio che loro mostrano di sapere. Ad esempio, se il bambino giocando indica un fiore e dice “flower”, il genitore può commentare e indurre ulteriore interazione dicendo: “Wow, that’s a beautiful flower! What colour is it? Is it yellow?” (2).
Per quanto riguarda invece le correzioni, quando il bambino dice qualcosa in inglese è meglio non correggerlo, ma piuttosto ripetergli la parola nella versione giusta, per non dargli l’idea di essere “sotto esame” e per introdurre l’apprendimento corretto in maniera naturale.
È molto importante che i genitori non passino al bambino l’idea che imparare l’inglese sia un compito o che sia difficile: è un concetto che i piccoli di per sé non hanno a meno che non venga loro trasmesso da un adulto (2).
Infine, un aiuto pratico che i genitori possono dare ai figli è quello di portare l’inglese nella vita quotidiana: oltre a celebrare i loro successi a casa e a incoraggiarli, mamma e papà possono far vedere loro dei video in inglese e ascoltare canzoncine da imparare.
Nella sezione “Per approfondire” troverai delle risorse utili per portare l’inglese a casa!
Contatti
Real Language offre corsi per bambini:
- Preschool English da 3 a 5 anni
- Lower Elementary da 6 a 8 anni
- Upper Elementary da 9 a 11 anni
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Per approfondire
Kuhl: The Linguistic Genius of Babies
Ontario’s Pedagogy for the Early Years, An Introduction to “How does Learning Happen?”, 2014
Risorse online da usare a casa – canali Youtube
Fonti e credits
(1) Patricia K. Kuhl, Feng-Ming Tsao, Huei-Mei Liu, “Foreign-language experience in infancy: Effects of short-term exposure and social interaction on phonetic learning”, Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, vol. 100 no. 15, 2003
(2) British Council, English in Early Childhood: Language Learning and Development, online course on www.futurelearn.com
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